Il 1 ottobre è la Giornata internazionale del caffè
Storia del caffè napoletano
Storia e celebrazione di un mito italiano
“Quando io morirò, tu portami il caffè, e vedrai che io resuscito come Lazzaro”: fu Eduardo De Filippo, semplicemente Eduardo - genio napoletano e simbolo culturale per eccellenza della città di Napoli – a pronunciare questa frase che è sintesi perfetta della concezione del caffè in tutta Italia. Sollievo, rituale, piacere, conforto, rifugio: la storia del caffè – e dunque la storia del caffè napoletano – è ricca di aneddoti e curiosità. Il caffè è stato ed è ancora oggi protagonista in tantissimi ambiti, dal cinema all’arte. Il 1 Ottobre, in occasione della Giornata internazionale del caffè, noi di Cioccolatitaliani – amanti del caffè napoletano ‘cotto al punto giusto’, una miscela esclusiva ottenuta da 12 tipi di caffè e tostata alla perfezione - vogliamo celebrarlo raccontandovi in breve la storia del caffè, in particolare quella del caffè napoletano.
Breve storia del caffè napoletano
Quella del caffè è una storia che ha radici in tutto il mondo: il termine “caffè” deriva dall’arabo qahwa ovvero “bevanda stimolante”, mentre la pianta ha origini Etiopia. Il caffè si è diffuso dapprima in Turchia e successivamente a Vienna nel 1600 circa, per la prima volta in Europa, e a Venezia che fu la prima città in Italia a far uso del caffè. A Napoli, il caffè è arrivato nel 1768 circa grazie alla regina Maria Carolina D’Asburgo, che dopo aver sposato il re Ferdinando IV di Borbone volle portare con sé la tradizione viennese del caffè.
Qual è la differenza tra caffè e caffè napoletano?
Cosa ha fatto la differenza a Napoli? Perché il caffè, seppur già diffuso in tutta Europa e in Italia - in particolar modo a Venezia, dove nel 1683 nacque la prima bottega italiana di caffè – è così legato alla tradizione del caffè a Napoli?
La chiave è sia nella cuccumella, ovvero nella famosa caffettiera napoletana usata ancora oggi da alcune famiglie napoletane, sia nella miscela nonché nella sua particolare tostatura che ne esalta gli aromi e la corposità.
Caffè sospeso: significato della tradizione napoletana per eccellenza
Sono moltissime le leggende sull’origine del caffè sospeso a Napoli: lo scrittore Luciano De Crescenzo nel suo libro Il Caffè Sospeso ha descritto così l’usanza:
«Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo…»
Pagare un caffè a uno sconosciuto, che potrà usufruirne durante la giornata, è un’abitudine che sembra avere radici antiche e risalire ai tempi difficili della Seconda Guerra Mondiale, quando alcune persone in città erano solite pagare due tazze di caffè, una per sé e una per chi non aveva adeguate possibilità economiche. Era, di fatto, un modo per regalare un attimo di felicità: un sorriso caldo, come il caffè!
Per restare fedeli alla tradizione, da Cioccolatitaliani usiamo la migliore miscela di caffè napoletano e lo serviamo – letteralmente – con Gioia: un po’ di cremoso Cacao Fino de Aroma, il cacao più raro al mondo frutto dell’unione tra due tipologie di cacao estremamente particolari e uniche: il Cacao Trinitario e il Cacao Criollo.
Non vi resta che venirci a trovare per provare il vero caffè napoletano a Milano e in tutti i punti vendita Cioccolatitaliani più vicini in Italia e in Europa.