La storia del cacao, origine e diffusione di una leggenda
Un viaggio alla scoperta del tesoro più dolce di tutti
Da dove viene la pianta del cacao? Quali sono le origini del cioccolato? Perché era chiamato cibo degli dei? Tutto quello che c’è da sapere sul cacao!
Siamo Cioccolatitaliani, proviamo un amore viscerale per il cioccolato e vogliamo spiegarvi il perché. Abbiamo ripercorso l’intera storia di questa pianta magica, la pianta del cacao, la sua prima scoperta, l’arrivo in Europa e la creazione della prima barretta di cioccolato. Mettetevi comodi, la storia del cacao sta per cominciare.
Le origini del cioccolato, dai Maya alle cioccolaterie europee
In quante forme riuscite a trovare e a gustare il cioccolato oggi? Diverse, troppe. E pensare che alle origini il cioccolato veniva utilizzato solo in forma liquida, praticamente come una bevanda. Bisognerà aspettare secoli prima di arrivare a produrre e vendere la prima barretta di cioccolato.
Partiamo dal principio e facciamo chiarezza sulla storia del cacao.
La pianta del cacao, tra indigeni, Maya e Aztechi
Duemila anni fa, in qualche zona nel Centro America, un indigeno trovò in una foresta pluviale un frutto dalla forma ovale che sporgeva da un ramo di un albero dal tronco liscio. Aprì il baccello e vi trovò all’interno una mucillagine bianca, profumata e dolce (il burro di cacao) e diverse fave (le fave di cacao) che estrasse e portò con sé. Sbucciò in maniera rudimentale le fave e le mise a tostare scoprendone l’aroma per poi metterle in infusione, creando la prima cioccolata. Qui ha inizio la storia del cacao, la storia dei primi cioccolatai.
La storia dei primi cioccolatai precolombiani non è molto differente da quella dell’indigeno appena raccontata, infatti le prime testimonianze sulla lavorazione del cacao risalgono a un periodo compreso tra il 1800 e il 1400 a.C. in Centro America e Messico grazie a ritrovamenti archeologici che hanno dimostrato la lavorazione del cacao già in quel momento storico.
Anche la storia dei Maya è intrecciata con quella del cacao.
Nonostante le pochissime testimonianze dirette della civiltà Maya e delle sue città stato, siamo a conoscenza dell’importanza del cacao per questo popolo. Ritrovamenti archeologici, nello specifico illustrazioni, mostrano alcune divinità maya che reggono fave di cacao (ecco il motivo per cui veniva definita cibo degli dei), oltre ai dipinti presenti nelle tombe dell’élite come quello ritrovato in Guatemala e risalente al 600 a.C. in cui una donna passa da un recipiente all’altro il cioccolato per far sì, probabilmente, che si formasse della schiuma. Per i Maya il cacao fu importante anche dal punto di vista economico, in alcune regioni le fave di cacao erano utilizzate anche come moneta corrente per acquistare piccoli oggetti.
Quando i Conquistadores arrivarono in Centro America si ritrovarono davanti una civiltà assai florida, gli Aztechi che riuscirono ad imporsi subito dopo la caduta dei Maya. Anche per questo popolo il cacao acquistò pian piano importanza: la cioccolata, dall’essere considerata bevanda delle classi alte divenne merce di scambio e valuta corrente per pagare tributi e salari.
Cosa successe all’arrivo dei Conquistadores?
Conquistadores, arrivo in Europa e la prima produzione del cioccolato
Se pensate che il cacao piacque immediatamente ai Conquistadores, vi sbagliate. Perché la cioccolata approdasse in Europa, fu necessario tempo e adattamento: solo dopo svariati anni, i Conquisatdores cominciarono ad comprendere e apprezzare a pieno negli usi e costumi centro-americani e fu proprio in quel momento che si innamorarono del cacao.
Il primo in Europa ad assaggiare il cacao fu il re di Spagna Filippo II, nel 1544: una delegazione di Maya Kekchi in visita in Spagna offrì in dono al re dei grandi recipienti di cioccolata che assaggiò e ritenne interessanti.
La cioccolata iniziò dalla Spagna il suo grande viaggio per tutta l’Europa, passando per l’Italia e la corte dei Medici, per l’Inghilterra in contemporanea quasi con caffè e tè, e per la Francia, soprattutto nel periodo in cui il re Luigi XIV e l’Infanta di Spagna Maria Teresa si sposarono. Grazie a queste nozze, il cioccolato fu introdotto ufficialmente in Francia e la bevanda al cioccolato si diffuse prestissimo tra tutte le classi sociali.
Bisognerà arrivare al 1800 e alla rivoluzione industriale per vedere il cacao trasformarsi nella cioccolata che tutti conosciamo.
Un’epoca dinamica e interessante, scoperte tecnologiche, fermento industriale, tutto presagiva grandi invenzioni, come quella del chimico Coenraad Johannes van Houten. Lo scienziato olandese nel 1828 nel suo laboratorio di Amsterdam diede vita alla prima pressa idraulica in grado di separare il burro di cacao dalla pasta di cacao ottenendo una sorta di panetto di cioccolato riducibile in polvere.
Un’invenzione a dir poco sensazionale che diede il via ad una sorta di rivoluzione del cioccolato. Alla pressa idraulica di Coenraad Johannes van Houten seguì la creazione che tutti, ancora oggi, amiamo: la prima barretta di cioccolato ad opera della famiglia Fry nel 1847, un’invenzione così importante che durante il periodo vittoriano l’azienda Fry fu la più grande produttrice di cioccolato al mondo.
Pensate che la carrellata di invenzioni riguardanti il cioccolato sia finita? Vi sbagliate, stanno per arrivare dei nomi che non potrete non conoscere.
Stiamo parlando di Heinrich Nestlè, il chimico svizzero che nel 1867 scoprì il processo di evaporazione che permetteva al latte di diventare polvere per poi tornare in forma liquida se mescolato con acqua. Di questa scoperta si servì Daniel Peter il quale nel 1879, unendo il latte in polvere alla cioccolata, creò la prima barretta di cioccolato la latte.
Insieme a Nestlè e Peter, va menzionato assolutamente Rudolph Lindt, un innovatore svizzero che riuscì a portare la sua nazione nell’olimpo del cioccolato grazie all’invenzione della macchina per il concaggio, una fase finale della produzione del cioccolato in cui la la materia prima viene sbattuta contro le pareti di una conca, più e più volte, fino a diventare una sostanza cremosa, fluida e vellutata.
Da questo momento in poi la produzione del cioccolato divenne così grande e si rivelò così necessaria pe l’economia dei paesi produttori che passò direttamente a livello industriale senza mai fermarsi ancora oggi.
Cioccolatitaliani ama il cioccolato e controlla la sua produzione passo dopo passo in ognuno dei suoi laboratori in cui ogni creazione è frutto della conoscenza della materia prima e dell’esperienza nella sua lavorazione. Il cioccolato per noi non ha segreti, venite a scoprire perché.